Il bias della negatività

Immagina la tua mente come una spugna che assorbe informazioni dal mondo che ti circonda. Il bias della negatività è come se questa spugna avesse dei pori più grandi e "appiccicosi" per le informazioni negative rispetto a quelle positive o neutre.
In termini più formali, il bias della negatività (o effetto negatività) è una tendenza psicologica per cui diamo più peso e attenzione alle esperienze, alle informazioni e agli stimoli negativi rispetto a quelli positivi, anche quando questi ultimi sono di intensità simile o addirittura maggiore.
In parole semplici, le cose brutte ci colpiscono di più e le ricordiamo meglio delle cose belle.
Notiamo più facilmente le notizie negative, i volti arrabbiati, le critiche o i potenziali pericoli rispetto alle cose positive o neutre che ci circondano. È come se il nostro cervello fosse "sintonizzato" per rilevare le minacce.
Le esperienze negative tendono a generare reazioni emotive più intense e durature rispetto a quelle positive. Una singola critica può rovinarci la giornata molto più di quanto un complimento possa migliorarla.
Ricordiamo più facilmente gli eventi negativi, i fallimenti o le interazioni spiacevoli rispetto a quelli positivi. Un brutto voto a scuola o un litigio con un amico possono rimanere impressi nella nostra memoria per anni.
Il bias della negatività può influenzare le nostre decisioni, portandoci a evitare rischi o a focalizzarci più sulle potenziali perdite che sui possibili guadagni.

Perché esiste questo bias?
Si ritiene che il bias della negatività abbia radici evolutive. Per i nostri antenati, prestare attenzione ai pericoli (predatori, carestie, minacce) era cruciale per la sopravvivenza. Chi era più bravo a individuare e reagire alle minacce aveva maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, trasmettendo questa tendenza alle generazioni successive.

Qualche esempio
- Recensioni online: Una recensione negativa su un prodotto o un servizio ha un impatto maggiore sulla nostra decisione di acquisto rispetto a molte recensioni positive.
- Notizie: I media tendono a dare maggiore risalto alle notizie negative (crimini, disastri, conflitti) perché catturano maggiormente l'attenzione del pubblico.
- Feedback: Sul lavoro o a scuola, tendiamo a focalizzarci di più sulle critiche ricevute che sui complimenti.
- Relazioni: Un singolo commento negativo durante una conversazione può avere un impatto maggiore sul nostro umore rispetto a molti commenti positivi.
- Ricordi: Ripensando a una giornata, è più probabile che ci soffermiamo sull'unico evento spiacevole accaduto piuttosto che sui tanti momenti positivi.

In sintesi, il bias della negatività è una tendenza innata della nostra mente a dare maggiore importanza e a reagire più intensamente alle informazioni negative. Sebbene possa essere stato utile per la sopravvivenza dei nostri antenati, nel mondo moderno può influenzare negativamente il nostro benessere e la nostra percezione della realtà.
Essere consapevoli di questo bias è il primo passo per mitigarne gli effetti e cercare di avere una visione più equilibrata della vita.